Il sesso, con assoluta certezza, è stato da millenni (e lo è tutt’ora), uno dei maggiori fattori condizionanti dell’umanità (insieme al potere/denaro): come è possibile che un’attività biologica come il sesso possa influenzare così fortemente il vissuto degli individui e veicolarne i destini?
Il “peccato”, come sempre, è da ricercarsi nei modelli culturali, negli schemi sociali e nei condizionamenti che “plasmano” le nostre menti distorcendo, allo stesso tempo, anche la visione e la percezione dei più “normali” processi naturali. Il paradosso, poi, consiste nel fatto che proprio la sessualità, espressione per antonomasia della naturalità, venga vissuta in maniera artificiale e fortemente falsata!
Riscoprire la sessualità, liberarla da convinzioni, ideali o preconcetti, rappresenta una fase estremamente importante per potersi evolvere e crescere interiormente. Solo chi vive una sessualità non repressa ed emancipata (ma che allo stesso tempo non produce dipendenza) può, infatti, sperimentare una profonda connessione con l’altro, al di là di ogni paura, aspettativa o attaccamento.
Solo chi si affranca dal passato, con i suoi traumi e con le sue esperienze avverse, può superare lo shock e la vergogna (fattori sessualmente penalizzanti) provocati dalle ferite psicologiche paralizzanti: il sesso, allo stato puro, non può coesistere con certe condizioni della mente.
“Giochi di guerra” e “giochi di potere”, purtroppo, sono all’ordine del giorno e annullano la possibilità di relazionarsi fuori e dentro la camera da letto: i “giochi d’amore” cominciano quando ci permettiamo di aver cura di noi stessi e della persona che ci sta accanto, quando ci concediamo rispetto e libertà (per noi e per il nostro compagno/a), quando ascoltiamo e sentiamo l’altro… allora sì… può cominciare a fiorire l’amore.
Aprirsi all’altro, ascoltare e percepire il proprio corpo e quello dell’altro, condividere le nostre fantasie e le nostre esigenze così come le nostre paure, le nostre insicurezze e la nostra vergogna: il sesso, vissuto in questo modo, può diventare una sorta di laboratorio di libertà e di crescita personale.
Le menzogne sull’amore, tramandateci da chi ha preteso di insegnarcelo, vanno distrutte: l’amore non è controllo, non è attaccamento, non è gelosia, non è possessività, non è attaccamento… L’amore, quello vero, ci insegna a superare noi stessi (la nostra personalità, il nostro ego), a divenire presenti per un’altra persona.
Occorre ristabilire una “connessione” profonda, magari attraverso nuove modalità di fare l’amore che non comprendano per forza la dipendenza dall’eccitazione, l’ossessione dell’orgasmo e il solito movimento “dentro-fuori”.
Rimanendo connessi all’amore, saremo in grado di godere di uno dei più grandi doni che la vita ci possa offrire, traendone al contempo piacere, gioia e nutrimento.