Mikao Usui, celebre maestro giapponese di “Miglioramento Mente/Cuore e Corpo” nonché guaritore spirituale, introdusse la pratica “obbligatoria” dei suoi famosi “5 Princìpi” per chi volesse imparare e seguire il suo meraviglioso insegnamento.
Due di questi Princìpi recitano: “Sii grato”; “Sii gentile con tutti”.
Ricordo che molto tempo fa, entrando a contatto con tali insegnamenti, mi chiesi: “Ma perché mai uno dovrebbe essere grato e gentile in maniera obbligatoria?”.
Proprio non riuscivo a capire, mi sembrava una forzatura…
Poi, da “adulto”, mi resi conto di una cosa molto semplice, ovvero di ciò che i praticanti seri di Taijiquan apprendono (magari a livello inconscio) fin da subito, ossia che all’inizio si impara fondamentalmente per imitazione.
Infatti, inizialmente, siamo come materia grezza (per non dire altro…), incapaci di comprendere e penetrare il “perché” di talune dimensioni “più alte”.
E così, a chi ancora non è in grado di vivere e manifestare un certo tipo di emozioni e sentimenti “superiori”, viene richiesto di “imitare” ciò che ancora non può scaturire dal proprio essere in maniera naturale e spontanea.
In Cina, ad esempio, questa cosa è molto evidente. Gli allievi di una Scuola (non soltanto di arti marziali) colgono qualsiasi tipo di occasione per esprimere gratitudine e riconoscimento non soltanto ai propri insegnanti, ma anche ai propri compagni.
Lo scorso anno, a fine settembre, sono stato ospite del Maestro Zhang Dongwu presso la sua Scuola di Taijiquan a Zhengzhou (Henan, Cina).
Un giorno mi trovavo ad allenarmi in questa scuola e ricordo che rimasi particolarmente colpito dal fatto che il Maestro Dongwu, per circa 45 minuti, invece di fare lezione, non fece altro che inveire contro un suo giovane allievo rimproverandolo in maniera molto dura e aspra. Dopo qualche minuto, al termine della potente “ramanzina”, riuscii a comprendere che si trattava di un rimprovero dovuto al fatto che, il suo giovane studente, avesse dimenticato di salutare o di ringraziare per un qualche motivo che non conosco.
Sul momento pensai: “Che esagerazione!”. E aggiunsi, sorridendo: “Ah se il Maestro vedesse il normale comportamento dei miei allievi, allora, cosa direbbe?”.
Ebbene, oggi non affermerei più: “Che esagerazione!”. Perché oggi più che mai mi diviene evidente che se per qualcuno non è ancora possibile ESSERE un Uomo o una Donna con la lettera maiuscola, quantomeno occorre avvicinarsi a tale auspicabile condizione attraverso la pratica imitativa.
Mi viene in mente un bellissimo testo della tradizione mistica cristiana: “Imitazione di Cristo”. Non lo conoscete? Eppure si dice che sia il testo più letto dopo il Vangelo! Io l’ho letto.
“Chi segue me non cammina nelle tenebre" (Gv 8,12)
Pensateci… Che mondo sarebbe se tutti imitassero Gesù Cristo?!
Ora, per concludere, sperando che un certo tipo di messaggio possa arrivare lì dove è necessario, vorrei farvi riflettere sul fatto che…
Quando siete gentili, rispettosi e riconoscenti, lo siete innanzitutto verso voi stessi.
Se non siete in grado di rispettare gli altri non sarete mai in grado di rispettare nemmeno voi stessi.
Inoltre, la gratitudine denota grande sensibilità ed empatia, ed è qualcosa che ha a che far con l’amore, la saggezza, la felicità e la libertà.
Chi all’inizio non vive spontaneamente tali auriche qualità, quantomeno si sforzi di imitarle e di manifestarle artificiosamente, affinché un giorno, forse, potrà sperare di integrarle e naturalizzarle nel proprio ESSERE.
Con rispetto e gratitudine,